Villa Toeplitz - Il parco

 
Il parcoGiardini 3 Geometrie daVideo
tra geometrie e giochi d'acqua
 
 Il parco di Villa Toeplitz fu progettato nel 1927 dallo studio parigino degli architetti e paesaggisti, “L. Collin, A. Adam & C.”, che ampliaronodi otto ettari il giardino precedente e lo dotarono di un nuovo ingresso su via Vico, in sostituzione dell’ingresso che originariamente si affacciava su via Mulini Grassi.
Superato il cancello d’ingresso (decorato sulla sommità con il monogramma GT), un viale di tigli accoglie il visitatore, conducendolo alla diramazione che a destra porta verso la villa, e a sinistra verso il parco vero e proprio, dove si uniscono armoniosamente elementi della tradizione europea e orientale. La particolare cura che Edvige Toeplitz dedicò al complesso si tradusse nei numerosi interventi che ancora oggi lo rendono un luogo che evoca suggestioni artistiche e che presenta scorci naturalistici del tutto particolari.
 
 
   
 
Giardini 4 Geometrie
Oltre alla villa padronale (sede dell’Università degli Studi dell’Insubria), il parco comprende alcuni edifici accessori: la portineria, la villa residenziale (dépendance, sede del Museo Castiglioni), un deposito per gli attrezzi, un piccolo capanno che era adibito a canile, un padiglione di riposo, ed è composto da diverse zone: il viale d’accesso; la scalinata con le cascate d’acqua e il giardino all’italiana con le architetture vegetali, un ninfeo e un belvedere; un bosco nella parte alta, dove si conservano i resti di una cappella; un castagneto, sul retro della villa; un parterre di collegamento alla villa padronale; un roccolo per gli uccelli; e lungo il viale principale di collegamento con l’ingresso, una grande vasca  attraversata da un ponticello. Originariamente il complesso comprendeva anche un frutteto, oggi non più esistente perché inglobato dall’ampliamento del cimitero di Sant’Ambrogio, dove riposano i Toeplitz.
 
 
 
 
 
 
 L’acqua Giardini 5 cascate
«vera ragion d’essere del giardino»
 
 

Quando Edvige visita i giardini moghul Shalimar bagh e Verinag bagh, sul lago Dal, in Kashmir, è affascinata dal ruolo dell’acqua, che è «la vera ragion d’essere del giardino». E così prosegue, nel libro Visioni orientali:«Un largo canale scorre sempre al centro, e canta in nivee cascate tra sponde scolpite, zampilla con getti arditi, s’insinua sotto i soppalchi stuccati dei ricchissimi “baradari”, si spande nei piccoli stagni quadrati ad accrescere le meraviglie del fondo a mosaico».

È proprio dalle forti suggestioni che la donna porta con sé al suo ritorno in Italia che, nel 1929, prende spunto per progettare la parte più scenografica del parco, il grande prato con le cascate d’acqua che si apre sulla sinistra del viale d’ingresso, dove l’acqua è il fulcro di una complessa architettura.
 
 
 
 
Giardini 6 Ninfeo VZ L'acqua, sgorgando dalla vasca circolare del ninfeo (in foto) sotto il belvedere, discende a cascata in piccole vasche fino a raggiungere il terrazzo con l’esedra semicircolare, da cui fluisce in una rete di canali, piccole fontane e scalinate, e arriva ad una fontana circolare, decorata da piccole piastrelle azzurre a mosaico provenienti dall’India.
Da qui, riprende il suo percorso scendendo da una lunga serie di vasche a caduta, in pietra di porfido di Cuasso al Monte, fino alla zona inferiore del parco, dove, percorrendo un breve tratto interrato, si trasforma in un ruscello naturale che si immette nella grande vasca attraversata da un ponticello in rocaille. L'acqua, che oggi è alimentata da un sistema di ricircolo interno al parco, ai tempi dei Toeplitz veniva incanalta dal Monte Martica grazie a una rete di complesse opere idrauliche.
Alla magia dei suoni dell’acqua, si aggiungeva la suggestione di oltre duecento punti luce multicolore, anche subacquei, che rendevano il parco particolarmente “moderno” e originale.
 
 
 
 
Un giardinoGiardini 7bis ItalianoFrancese
all’italiana e alla francese
 
Accanto alle suggestioni di tradizione orientale, trovano spazio elementi tipici del giardino all’italiana e francese: l’esedra e le aiuole che compongono il disegno geometrico intorno alla fontana circolare dal fondo azzurro e dai bordi in marmo di Carrara; le siepi di arbusti sempreverdi che formano ripari e arabeschi; e il belvedere in cima al colle, con il ninfeo sottostante abbellito da vasche di maioliche e colonne di granito, che, ai tempi dei Toeplitz, ospitava le centrali per l’impianto dei giochi d’acqua e di illuminazione.
Dal belvedere si ha una vista d’insieme del parco, con le geometrie delle aiuole e, in posizione simmetrica, due spazi rettangolari delimitati da alte siepi di cipresso su strutture in ferro: a sinistra, il “Jardin des fleures”, a destra il "Jeu de croquet(in foto, sullo sfondo). Annesso al campo da tennis, fu costruito anche il cosiddetto “padiglione di riposo”.
 
 
 
 
Giardini 11 VersoLaVillaParterreVerso la villa
il parterre e la terrazza panoramica
 
 
Un parterre di giardino all’italiana di forma ellittica collega, con un piccolo viale prospettico (in foto), la zona dei giochi d’acqua alla villa padronale. Su tre lati è delimitato da siepi di tasso, intervallate da nicchie con statue di gusto ellenistico (di cui oggi ne restano solamente due), e sul quarto lato si apre una balconata in ferro sulla parte inferiore del viale.
Al centro, un’ampia aiuola alla francese con una vasca quadrata decorata da tessere di mosaico celestino proveniente dall’India. Le sculture a forma di rana da cui zampilla l’acqua sono una riproduzione di quelle originali, scolpite Maryla Lednicka e poi rimosse dai successivi proprietari della villa. Il parterre era un tempo arricchito da pergolati con rose rampicanti, come mostrano alcune fotografie d’epoca.
Un’altra terrazza panoramica si trova dalla parte opposta della villa; decorata da due grandi aiuole, “poggia” su una fontana a esedra affacciandosi sulla vallata di Induno Olona e sulle montagne circostanti.
 
 
 

Alberi BoscoIl bosco all'inglese

Il parco si estende a guisa di bosco nella parte a monte, sopra il belvedere, dove prevalgono conifere arboree (generi Picea, Abies, Pinus, Cedrus) frammiste a latifoglie, in parte spontanee (castagno, betulla, frassino maggiore).

L'altra zona boschiva si trova alle spalle della villa padronale e della dépendance, nella zona degradante la valle Olona, dove si distende un bosco di castagno ceduo invecchiato nato da ceppaie di selva castanile tagliata per motivi fitosanitari a metà anni ’60.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
© Tutte le fotografie sono dell'archivio del Centro Storie Locali
 
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