Villa Toeplitz - Giuseppe ed Edvige Toeplitz

 
Józef (Giuseppe) Leopold ToeplitzConiugiToeplitz Giuseppe 1
un banchiere dai molteplici interessi
Nato a Varsavia nel 1866 in una ricca famiglia della borghesia ebraica, Józef si forma con gli studi classici, a cui seguono gli studi di ingegneria, che il giovane tuttavia abbandona dopo i primi tre anni quando si sposa con Anne de Grand Ry ([187.]-1916) e, per necessità di trovarsi un impiego, approda in Italia per la prima volta.
Dal matrimonio nasce Ludovico (1893-1973), autore di una biografia del padre, Il banchiere. Al tempo in cui nacque, crebbe e fiori la Banca commerciale italiana (Milano, 1963), grazie alla quale conosciamo gran parte della vita e della personalità del Toeplitz, anche negli aspetti più legati alla famiglia e alle sue passioni, al di là del volto del banchiere.

Fotografia: Giuseppe Toeplitz negli anni Venti (© Archivio Storico Intesa Sanpaolo, sezione fotografica, patrimonio Banca Commerciale Italiana)

 

 

 
ConiugiToeplitz Giuseppe 3Nel 1890 J ózef inizia la sua carriera alla Banca generale di Genova, a cui segue un breve incarico alla “Banca Russa per il Commercio Estero” (1895) e quindi alla sede milanese della “Banca Commerciale Italiana”. Dirige le sedi di Napoli (1898) e Venezia (1900), quindi torna a Milano (1904), dove dal 1917 è amministratore delegato fino al 1933. Nel frattempo, nel 1912, ottiene la cittadinanza italiana e prende il nome di Giuseppe.
La sua politica aziendale, orientata al modello della banca mista, che favorisce lo sviluppo tecnologico e produttivo delle grandi industrie, negli anni Venti lo porta a pesanti tensioni con il Fascismo e alle conseguenti dimissioni nel 1933.
 
 

Fotografia: Matrimonio di Toeplitz Enrichetta (Rysia) e Consolo Federico nel parco di Villa Toeplitz a Sant'Ambrogio Olona a Varese, 04 maggio 1932 (© Archivio Storico Intesa Sanpaolo, sezione fotografica, patrimonio Banca Commerciale Italiana)

 

 

 

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Il Toeplitz si interessa ai settori tecnologicamente innovativi per l’epoca, dalle linee aeree commerciali fino alla costruzione della prima autostrada italiana, la Milano-Laghi. Anche l’industria cinematografica lo coinvolge, sia alla fine degli anni Venti, quando l’avvento del sonoro portava il cinema a scoprire nuove possibilità espressive, sia negli anni Trenta, quando partecipa alle attività di produzione del figlio Ludovico a Londra.
Dopo la morte della prima moglie, Anne de Grand Ry, nel 1918 sposa la giovane attrice polacca Edwige Mrowzowsa (1880-1966), con cui condivide la riprogettazione e la cura della dimora di Varese, trasformandola da modesta residenza di campagna a villa di un certo prestigio. Qui si ritira a vita privata dopo le dimissioni dalla banca. Muore nel 1938Riposa nel piccolo cimitero di Sant’Ambrogio.
 
 
Fotografia: "Ignacy Paderewski ospite di Toeplitz (Varese)", da Jadigwa Mrozowska-Toeplitz, Słoneczne życie (Vita solare), Cracovia, Wydawnictwo Literackie, 1963, p. 393

 

 

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 Jadwiga (Edvige) Mrozowska
dal palcoscenco all'Oriente
 
Nasce nel 1880 a Janowice Poduszowskie, in Polonia, da una ricca famiglia borghese che, non apprezzando lo spiccato interesse per il palcoscenico che Jadwiga dimostra fin da piccola, la indirizza verso gli studi classici.
Ma la giovane donna ha talento per la musica e la recitazione, e a soli vent’anni, notata dal direttore del Teatro Municipale di Leopoli, debutta sulle scene, iniziando così la sua carriera teatrale.
Arriva in Italia per la prima volta nel 1907, per prendere lezioni di canto e sperimentarsi nel teatro d’opera. Non ottenendo il successo sperato, rientra in Polonia, per ritornare in Italia subito dopo la guerra; è in questa occasione che il banchiere Joséf Toeplitz la sposa, salvandola dall’accusa di essere una spia austriaca.
Fotografia: Jadwiga con un abito di scena nel 1903 (da Biblioteca Narodowa, pubblico dominio)
 
 
 
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Dopo il matrimonio (1918), Jadwiga, che ottiene la cittadinanza italiana e si fa chiamare Edvige, abbandona le scene e scopre una nuova grande passione per i viaggi. Dal 1919 visita India, Ceylon, Birmania, Persia e Tibet, approfondendo la sua conoscenza dell’etnografia e delle religioni, come racconta nel libro Visioni orientali (1930). Ma è nel 1929 che, con la spedizione in Pamir, con il supporto della Società Geografica Italiana, acquisisce una certa notorietà come esploratrice: percorre un territorio ancora poco conosciuto, contribuisce ad aggiornare le carte geografiche dell'epoca, scoprendo nuove rotte e descrivendo luoghi prima inaccessibili agli esploratori europei. Pubblica il resoconto nel libro La prima spedizione italiana nei Pamiri, 1929, e tiene numerose conferenze in Italia e all’estero.

 
Fotografia: Edvige a cavallo durante la spedizione in Tibet del 1927 (da "Vita femminile", 1928, p. 8)

 

 

 

ConiugiToeplitz Edvige 3Da questi viaggi, Edvige trae ispirazione per la progettazione del parco della villa varesina, che risente delle atmosfere dei giardini orientali: cascate d’acqua, piccoli canali e terrazzamenti sono infatti aggiunti dopo il suo ritorno dal viaggio in Kashmir.
Entrambi appassionati di botanica, Edvige e Giuseppe si dedicano alla cura delle piante del grande parco, a cui fu aggiunto un frutteto, purtroppo ormai scomparso. Dopo la morte di Giuseppe, Edvige si ritira in una dimora più piccola, sempre a Varese, dove muore nel 1966. Riposa, insieme ai genitori e al marito, nel piccolo cimitero di Sant’Ambrogio.

 
 
 
Fotografia: Edvige nel frutteto scomparso di villa Toeplitz a Varese (da "Swiat-pismo", 1934-1935, p.10)