12 novembre 2021: inaugurazione mostra "Vivi Papi e le piccole chiese di Varese"

Venerdì 12 novembre 2021 alle ore 17.30 siete invitati all'inaugurazione della mostra fotografica

Vivi Papi e le piccole chiese di Varese. Immagini di un patrimonio da conoscere

con presentazione del Prof. Andrea Spiriti

presso Foto Club Varese APS, Sala ACLI - via Speri della Chiesa, 7/9 - Varese

Per partecipare all'evento è richiesto il green-pass ed è necessaria la prenotazione ai seguenti contatti: 

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - 339 426 3742

Nelle locandina trovate tutte le informazioni e gli orari della mostra. 

Vi aspettiamo!

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Il fotografo varesino Vivi Papi (1937-2005), specializzato in riproduzioni d’arte, svolse la sua attività tra i primi anni Cinquanta e il 2005. Appassionato e curioso, esplorò, attraverso i suoi obiettivi, il territorio in cui viveva, sia per campagne commissionate da enti locali, restauratori e ricercatori, sia per iniziative personali di studio. Dalla sua attività è nato un archivio, ricco di immagini diverse e – ormai – spesso, storiche, che la famiglia ha donato all’Università dell’Insubria e che è collocato, e consultabile, presso la sede del Centro Storie Locali a Villa Toeplitz.

La mostra si propone di portare all’attenzione dei visitatori alcune chiese sparse nelle castellanze e nelle frazioni di Varese, piccoli gioielli, spesso ‘minori’ solo per dimensioni. L’auspicio è quello non solo, e non tanto, di farli conoscere ma, soprattutto, di far sorgere il desiderio di andare a scoprirli direttamente. In particolare, saranno esposte foto di Santo Stefano a Bizzozero, della chiesetta di San Cassiano e della cappella di San Rocco a Velate, della “Schirannetta” a Casbeno, di Santa Maria di Loreto e di San Silvestro a Cartabbia, di Sant’Anna a Biumo Superiore, di Sant’Imerio a Bosto, della vecchia chiesa di Sant’Ambrogio Olona, della chiesa dell’Immacolata a Prima Cappella e della chiesina dell’Annunciata a Santa Maria del Monte.

L’arco temporale degli scatti, che spazia dalla metà degli anni Sessanta ai primi Duemila, è tale da consentire anche un viaggio nel tempo, recuperando situazioni e ambienti che sono in parte mutati.