Renzo Dionigi e Filippo Maria Ferro
Busto Arsizio, Nomos Edizioni, 2020
pp. 102, 22x22 cm, ill. a colori
€ 24,90
ISBN: 978-88-94811-84-1
“E non è la prima volta”. Una pandemia ancora ha colpito, e ci siamo confrontati con l’impotenza, quasi increduli che all’improvviso lo spettro del morbo abbia ferito l’orgoglio della civiltà moderna e rivelato una fragilità che nessun progresso può modificare. Solo le narrazioni (come quelle di Tucidide, Boccaccio, Defoe, Manzoni, Camus) e le immagini dell’arte possono trasformare lo sgomento in riflessione e avviare un necessario cambiamento della nostra “visione del mondo”. Ogni epidemia sigilla una cesura, rappresenta un punto di catastrofe e di non ritorno. Le miniature medievali, le immagini dei cavalieri dell’Apocalisse, i volti dei santi (Rocco e Sebastiano, Rosalia, Carlo Borromeo) che hanno incontrato il dolore e conquistato la devozione dei fedeli, compongono una galleria di inedita vivacità: quelle che credevamo fantasie allucinate abbiamo scoperto essere più che mai attuali, quasi si confondono con gli scatti dei fotografi e le riprese trasmesse dagli schermi televisivi, hanno eguale fisicità e crudezza, e anche la stessa funzione nell’aiutarci a sciogliere la paura.
È il percorso scelto dagli autori: non sistematico, associando liberamente emozioni e figure, cogliendo di ogni stagione inquietudini e interrogativi: dal Medioevo europeo alle “pesti” di Lombardia, quella di San Carlo e di Federigo Borromeo di manzoniana memoria, dall’influenza spagnola alle fantasie malate della Sezession mitteleuropea, fino ad arrivare alle ipertecnologiche ricostruzioni visive del SARS-CoV-2 che danno un volto al famigerato “nemico invisibile”. Un piccolo livre de chevet, per ricordarci che nulla sarà più come prima.