Varese, Villa Toeplitz (viale G.B. Vico, 46) e in collegamento Teams
ore 16.30
Agli studenti della Laurea triennale e magistrale in Scienze della Comunicazione sarà riconosciuto 1/2 di punti seminario
Le vaste dimensioni dei fenomeni sociali sono un’ottima occasione per penetrare in profondità nell’animo umano. È vero, si potrebbe pensare. Ma è più vero che «solo calandoci in profondità nell'interno di un individuo abbiamo qualche probabilità di capire la natura di quei fenomeni». Quando Marcel Proust scriveva queste parole, nella Ricerca del tempo perduto, indicava una chiave di lettura – dell'individuo e del suo rapporto con la società e con il mondo – che storici, antropologi, scienziati e scrittori hanno scelto da sempre come loro osservatorio privilegiato, non sempre riconoscendolo. È la dimensione individuale della storia locale, la sola che possa interrogare i grandi mutamenti e rispondere ad attese che, prima di essere universali, sono di ognuno di noi, con il nostro bagaglio di incertezze e smarrimenti. E non sarà un sapere univoco a darci le risposte che aspettiamo. Per questo «l’unità del sapere», l’interazione tra modi differenti e spesso opposti di vedere e descrivere il mondo, può rappresentare davvero, se non la via d’uscita, almeno l’ampliamento del nostro orizzonte d’attesa: una formula che alimenti la complessità, non un percorso semplificato per eludere i confronti e la loro necessità, mai come oggi fondamentali, per una convivenza civile che avvertiamo sempre più fragile e compromessa. Il Centro Internazionale di Ricerca per le Storie Locali e le Diversità Culturali continua, dopo il successo dello scorso anno, le sue attività in presenza, proponendo a cittadini, studenti e appassionati una nuova serie di incontri dedicata appunto all’unità del sapere. Al centro si collocano questioni cruciali che intrecciano la local history alla grande storia: discipline diverse esplorate nelle loro ragioni fondative, che nell'incontro e nel dialogo rivelano potenzialità inattese, qualche volta – ci auguriamo – in grado di farci ripensare anche il modo che abbiamo scelto per collocarci nel mondo. |
mercoledì 24 gennaio VARESE AUTARCHICA E IMPERIALE Enzo Laforgia
Il 23 marzo del 1936, Mussolini annunciò ufficialmente l’avvio della campagna per l’autarchia economica. Fu questa la risposta alle sanzioni imposte al nostro Paese dalla Società delle Nazioni, a seguito dell’invasione dell’Etiopia. L’Italia, da quel momento in avanti, avrebbe dovuto «far da sé», «bastare a se stessa», per resistere al cosiddetto «assedio economico». In poche parole, tutti avrebbero dovuto consumare meno e consumare solo prodotti italiani. La campagna autarchica durò ben oltre la fine della guerra in Africa Orientale (9 maggio 1936), con ricadute sulla lingua e sul costume. L’intervento intende verificare in che modo Varese rispose al generale clima di eccitazione per la Guerra d’Etiopia e alla propaganda per l’autarchia.
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mercoledì 7 febbraio PRESENTAZIONE DEL LIBRO LE PAROLE IN CHIRURGIA. DAL MEDIOEVO AL SARS-COV-2 DI RENZO DIONIGI Giuseppe Armocida, Giovanni Iamartino, Alessandra Vicentini alla presenza dell’autore
Oggi, la comunicazione scientifica avviene in inglese, e le altre lingue europee sono meno utilizzate e rimangono in un ambito di minore prestigio anche professionale. Questo comporta il rischio di un crescente contrasto: da un lato, un linguaggio agevolato, accessibile a chi non è medico o allo studente in medicina; dall’altro, un linguaggio iperspecialistico, che rischia di essere di difficile comprensione per gli stessi medici con altra specializzazione. Durante la revisione dell’ultima edizione di un noto trattato di chirurgia si è constatata un’inattesa e straordinaria estensione dei lemmi chirurgici e medici in generale. Questa proliferazione di termini, talora impenetrabili, inconsueti e frequentemente presi in prestito da altre lingue, sta progressivamente allontanando il grande pubblico e per il suo tecnicismo può mettere in difficoltà anche la “corporazione clinica”. Si è così reso necessario un aggiornamento del vocabolario chirurgico e, in parte, di quello medico per fornire elementi utili per decodificare e intendere neologismi, forestierismi, termini inconsueti, eponimi e acronimi. |
mercoledì 21 febbraio
STORIE DIPINTE DI SAN CARLO NEI GRIGIONI Sara Fontana
La piccola chiesa di San Carlo a Uors, nel cantone svizzero dei Grigioni, conserva un ciclo pittorico sulla vita e i miracoli di san Carlo Borromeo, datato al XVII secolo. I ventuno riquadri, numerati e completi di didascalie in lingua tedesca, che raffigurano con un vivace e semplice linguaggio alcuni episodi della vita di Carlo, possono considerarsi quasi un unicum nella sua iconografia, un riferimento alla devozione al Santo che si era insinuata in un territorio dalla delicata situazione religiosa ai confini con la Riforma protestante. Guarda il video |
mercoledì 6 marzo
LA POLICROMIA NELLA SCULTURA MEDIEVALE Saverio Lomartire
Il tema della policromia nella scultura è da tempo oggetto di alcuni studi specialistici, anche in ragione dell’ampiezza cronologica che è possibile prendere in considerazione: da esempi assiro-babilonesi ed egizi sino quasi all’età contemporanea.
Per gli ambiti di applicazione che interessano la scultura del Medioevo, solo di recente si è raggiunta una certa consapevolezza e si sono avviate ricerche approfondite. Esse, in particolare per l’Altomedioevo, sono solo all’inizio. Raramente sui pezzi scultorei medievali si conservano tracce apprezzabili di policromia. Spesso solo il rinvenimento di materiali in scavo o l’avvio di restauri, oppure l’effettuazione di campagne mirate di analisi permettono migliori osservazioni. Queste ultime tuttavia presentano sempre notevoli difficoltà nell’interpretazione e nell’individuazione di eventuali standards tecnologici o di prassi esecutive che possiamo considerare consolidate e generalmente applicate. Soprattutto quando cerchiamo di pervenire ad una visione complessiva e dirimente sui complementi pittorici alla scultura dobbiamo constatare, contrariamente a quanto talora è stato indicato da alcuni studi, che, a parte le sculture lignee, non tutta la scultura del Medioevo, ma anche del Rinascimento e di epoche successive, ha ricevuto una finitura pittorica. Allo stato attuale delle ricerche dobbiamo quindi riconoscere che non è possibile fissare delle regole interpretative generalmente valide, e che per il momento dobbiamo concentrare l’attenzione sullo studio dei singoli casi. |
mercoledì 20 marzo
SULLE TRACCE DI FAUSTA CIALENTE Claudia Biraghi
Fausta Cialente, giornalista, traduttrice, scrittrice tra le più interessanti del Novecento, ha a lungo abitato in una casa a Caldana di Cocquio Trevisago, e qui ha composto buona parte dei suoi capolavori. Il suo legame con il Varesotto si inserisce peraltro in una vita geograficamente molto “nomade” (nata a Cagliari, muore nel Berkshire, in Inghilterra, dopo aver vissuto a Trieste, Genova, Alessandria d’Egitto, il Cairo, Milano, Roma, in Spagna e in Persia), spesso in contesti internazionali e culturalmente stimolanti. Guarda il video |
mercoledì 3 aprile
NOTTURNO A LUGANO. MORSELLI LETTORE DI D'ANNUNZIO Elena Maiolini
Quando propose a Vittorio Sereni il suo primo grande romanzo, Un dramma borghese, Morselli non ricavò un giudizio migliore ai due fermi rifiuti di Feltrinelli e Einaudi: in particolare sarebbe sembrato sgradevole l’inizio, e pesanti i ricordi affioranti nell’auto-narrazione. Proprio per il «dettaglio non sempre indispensabile» e per una prolissità tesa «all’esattezza» del «sentire», la prosa monologante era risultata indigesta ai valutatori delle due grandi case editrici. Il sospetto, che si desidera condividere, è che al giudizio negativo abbiano contribuito non poco certi contatti sicuri ma sotterranei con d’Annunzio, poco meno che innominabile nei primissimi anni sessanta, quando veniva addirittura “processato” sulle colonne dell’«Espresso». Un dramma borghese si mostra infatti in larga misura debitore di una lettura del Notturno che precede di pochi mesi, e che potrebbe aver impegnato Morselli in una riscrittura personale di un grande libro dell’isolamento. Guarda il video |
mercoledì 17 aprile
SUPERMONS DE BUSTI: PAROLE E OPERE DI UN POCO CONOSCIUTO FRANCESCANO VARESINO (CON ALCUNE CONSIDERAZIONI SULLE ORIGINI DELLA PRESENZA MINORITICA NEL BORGO PREALPINO) Alfredo Lucioni
Il sacerdote francescano Supermons di Bosto nel settembre 1255 assistette a Biumo alla redazione di un testamento con lasciti a favore di una comunità religiosa femminile della castellanza di Bosto. Il religioso varesino appartenne alla prima generazione minoritica: entrò infatti presto nella fraternita francescana, certo prima del 1229 e pertanto forse mentre era ancora in vita Francesco d’Assisi. Negli anni Trenta del XIII secolo divenne ministro della provincia lombarda succedendo ad Antonio di Padova e a Leone da Perego e in tale veste probabilmente contribuì alla edificazione dell'insediamento conventuale di S. Francesco a Varese, dove presumibilmente risiedette dopo aver lasciato la carica di ministro. Fu un esponente del cosiddetto 'minoritismo padano' e di lui rimangono numerosi sermoni (finora inediti), raccolti in due manoscritti conservati a Pavia e Parigi, che recentemente hanno attirato l'attenzione di alcuni studiosi. Guarda il video |
martedì 14 maggio
SANTA MARIA DEL MONTE DI VELATE NELLE CARTE MEDIEVALI Claudia Storti
È difficilissimo immedesimarsi nel modo di pensare la vita, la società e le istituzioni di una persona che viveva nei secoli medievali. Probabilmente non ci riusciremo mai del tutto.
Attraverso la lettura di atti notarili e di sentenze, però è possibile tracciare alcuni aspetti della vita sociale e dell’ambiente urbano e rurale delle terre varesine. Tenteremo così di ricostruire, attraverso le parole dei documenti, la struttura delle famiglie e delle comunità, i loro rapporti con il potere e la loro capacità di interloquire con i potenti, la condizione della donna e i rapporti tra fratelli e tra genitori e figli. L’attenzione sarà focalizzata sui secoli XI e XII nei quali avvenne una grandissima e, per lo più ‘dimenticata’, rivoluzione della società italiana e europea. Guarda il video
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